venerdì 25 novembre 2016

ANTISPECISMO

ANTISPECISMO

Il primo autore a parlare di «specismo» fu lo psicologo Richard Ryder. 
Egli sostiene l'esigenza di smascherare il più grave errore morale che a suo dire contraddistinguerebbe la società occidentale antropocentrica, ossia il rifiuto di riservare un trattamento egualitario agli esseri viventi non umani, solo per ragioni connesse all'assenza di un legame di specie.
L'approccio antispecista afferma che:
- le capacità di sentire (di provare sensazioni come piacere e dolore), di interagire con l'esterno, di manifestare una volontà, di intrattenere rapporti sociali, non siano prerogative della specie umana
- l'attribuzione di tali capacità agli animali di specie non umana comporti un cambiamento essenziale del loro status etico, da equiparare a quello normalmente riconosciuto agli animali di specie umana
- da ciò debba conseguire una trasformazione profonda dei rapporti tra individui umani ed individui non umani
- ogni essere senziente possiede diritti esistenziali che dovrebbero essere riconosciuti dall'umanità, indipendentemente dal loro modo di vivere, ovviamente diverso da quello umano

#ANTISPECISMO



Penso a quanta gente c'è

"Penso a quanta gente c'è, quante stelle di città
che in questo istante proprio come me 
vivono l'immensità. 
L'odore del mare mi calmerà, 
la mia rabbia diventerà 
amore, amore è l'unica per me,
né avere né dare, la vita va da se,
né falso né vero intorno a me non c'è
né terra né cielo, è tutto nel mio cuore
e tutto questo girare che amore poi diventerà..."


Eduardo De Crescenzo